TANTO per INIZIARE: MUSICA, EMOZIONI e….

Fra tutte le arti la musica è la più abile nell’evocare e nel rinforzare emozioni, essenzialmente le emozioni primarie. Forse perché tra tutte le fonti di piacere artistico, la musica è stata la prima, o comunque una delle prime, ad essere utilizzata dall’uomo fin dalla preistoria.

Non solo la musica può rievocare ricordi che a loro volta suscitano emozioni, ma può anche evocare emozioni quando ascoltiamo un brano musicale per la prima volta, quindi “indipendentemente” (le virgolette sono d’obbligo…) dalle nostre precedenti esperienze.

Secondo uno studio dell’Università di Stanford, l’ascolto della musica accende le zone più istintive del cervello: amigdala e sistema limbico in primis. Ma oltre a queste, sono coinvolte molte altre aree cerebrali implicate nella pianificazione, nell’attenzione, nella memoria e nel movimento (ecco perché il ritmo stimola naturalmente la voglia di ballare).

L’amigdala ci fornisce la risposta innata più adatta a un certo stimolo-situazione. Infatti, l’amigdala è stata variamente interpretata quale “centro” del piacere o della paura o di altre emozioni.

É un centro evolutivamente antico, che abbiamo ereditato dai pesci attraverso gli anfibi, i rettili, e i vari mammiferi. Essa agisce a livello inconscio e non richiede alcuna partecipazione della consapevolezza o elaborazione cognitiva delle emozioni, elaborazione che avviene invece in altre strutture nervose più recenti.

Focalizzandoci sulle emozioni, queste inducono modificazioni a tre livelli:

1) fisico-fisiologico (aumento o diminuzione del respiro, della pressione arteriosa, del battito cardiaco, della tensione muscolare, delle secrezioni ed escrezioni);

2) comportamentale (attacco, fuga, panico, “blocco”, approccio sessuale, variazioni della postura, della mimica e della voce);

3) mentale, consistente nell’esperienza soggettiva cosciente che abbiamo dell’emozione e nelle sue conseguenze sul nostro pensiero e cognizione.

Le modificazioni fisiche e comportamentali sono automatiche, indipendenti dalla volontà e dalla coscienza (ad esempio come quando accade di ridere o piangere a dispetto di ogni sforzo per trattenersi).

Si parla di sentimento, invece, quando l’emozione diventa cosciente.

Le emozioni più potenti, quelle con gli effetti fisici e comportamentali più forti, sono innate e sono comunemente dette emozioni primarie.  Secondo Paul Ekman sono sei e sono universali comuni a tutte le popolazioni umane, indipendenti dalla cultura e dall’esperienza di vita individuale: tristezza, rabbia, gioia, paura, disgusto, sorpresa.

In realtà, esiste una moltitudine di stati d’animo che si esprimono nei modi più vari e dicono agli altri come stiamo. Si tratta di emozioni che:

  • sono acquisite, apprese, quindi non universali;
  • sono legate all’esperienza individuale e alla cultura/contesto sociale (ciascuno le manifesta come ha visto fare da quanto è nato);
  • hanno un connotato cognitivo e cosciente prevalente rispetto alle modificazioni fisiche e comportamentali automatiche.

Queste non saranno al centro della nostra attenzione, poiché la musica è legata essenzialmente alle emozioni primarie.

D’altra parte, dobbiamo sottolineare che non ha senso definire emozioni “pure” perché nella vita reale ne sono presenti diverse contemporaneamente.

Tutte le emozioni si sono evolute in quanto favoriscono la sopravvivenza e/o la riproduzione dell’individuo,

Molte emozioni producono una risposta-comportamento adatta a stimoli (situazioni importanti per la vita e/o la riproduzione dell’individuo), e predispongono il corpo a fornire quella risposta nella maniera più efficiente.

Alcune associazioni stimolo-risposta sono innate, impresse geneticamente dentro di noi:

  • le risposte di paura (blocco, evitamento, fuga, panico) evocate da forti rumori, grandi oggetti in movimento, rapidi movimenti verso di noi e/o vicino a noi, il suolo che si muove o ci manca sotto i piedi, la mancanza d’aria etc.
  • la risposta di accudimento evocata dai segnali di sofferenza di un cucciolo (particolarmente potente, ma non esclusiva, quando il cucciolo è della medesima specie).

Altre associazioni stimolo-risposta sono invece apprese: ad esempio la nostra risposta emotiva ai cani sarà probabilmente diversa a seconda che, il primo cane che vediamo, morda o manifesti affettuosità.

Queste associazioni stimolo-risposta si formano grazie a circuiti nervosi nei quali l’amigdala gioca un ruolo fondamentale.

Oltre alle emozioni che producono in modo rapido ed efficiente una risposta adatta in situazioni critiche, ci sono anche molte emozioni che hanno lo scopo di suscitare negli altri emozioni e, quindi, azioni di risposta vantaggiose.

Questa comunicazione interindividuale a doppio senso avviene a un livello non verbale, non volontario e non conscio, ad esempio attraverso la postura, la mimica, e i suoni non verbali;  due individui comunicano, direttamente e indipendentemente dalla coscienza, evocandosi reciprocamente emozioni e relativi comportamenti.

I contenuti veicolabili da una tale comunicazione sono naturalmente pochi ma importanti:

  • cosa vorremmo dall’altro,
  • cosa possiamo aspettarci da lui,
  • cosa lui può aspettarsi da noi.

Nel prossimo articolo entreremo più in dettaglio nelle relazioni tra musica ed emozioni.

A presto !

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